Ecco stasera mi piace così
con queste stelle appiccicate al cielo
la lama del coltello nascosta nello stivale
e il tuo sorriso trentadue perle
così disse il ragazzo nella mia vita non ho mai avuto fame
e non ricordo sete di acqua o di vino
ho sempre corso libero, felice come un cane.
Tra la campagna e la periferia e chissà da dove venivano i miei
dalla Sicilia o dall'Ungheria
avevano occhi veloci come il vento leggevano la musica
leggevano la musica nel firmamento
Rispose la ragazza ho tredici anni
trentadue perle nella notte
e se potessi ti sposerei per avere dei figli
con le scarpe rotte
girerebbero questa ed altre città
questa ed altre città a costruire giostre e a vagabondare
ma adesso è tardi anche per chiaccherare.
E due zingari stavano appoggiati alla notte
forse mano nella mano e si tenevano negli occhi
aspettavano il sole del giorno dopo
senza guardare niente
sull'autostrada accanto al campo
le macchine passano velocemente
e gli autotreni mangiano chilometri
sicuramente vanno molto lontano
gli autisti si fermano e poi ripartono
dicono c'è nebbia, bisogna andare piano
si lasciano dietro un sogno metropolitano.
con queste stelle appiccicate al cielo
la lama del coltello nascosta nello stivale
e il tuo sorriso trentadue perle
così disse il ragazzo nella mia vita non ho mai avuto fame
e non ricordo sete di acqua o di vino
ho sempre corso libero, felice come un cane.
Tra la campagna e la periferia e chissà da dove venivano i miei
dalla Sicilia o dall'Ungheria
avevano occhi veloci come il vento leggevano la musica
leggevano la musica nel firmamento
Rispose la ragazza ho tredici anni
trentadue perle nella notte
e se potessi ti sposerei per avere dei figli
con le scarpe rotte
girerebbero questa ed altre città
questa ed altre città a costruire giostre e a vagabondare
ma adesso è tardi anche per chiaccherare.
E due zingari stavano appoggiati alla notte
forse mano nella mano e si tenevano negli occhi
aspettavano il sole del giorno dopo
senza guardare niente
sull'autostrada accanto al campo
le macchine passano velocemente
e gli autotreni mangiano chilometri
sicuramente vanno molto lontano
gli autisti si fermano e poi ripartono
dicono c'è nebbia, bisogna andare piano
si lasciano dietro un sogno metropolitano.
De Gregori, Due zingari, 1978
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